Contributi a fondo perduto – Decreto Rilancio
Prende forma il tanto atteso contributo a fondo perduto, previsto dal decreto Rilancio, e fortemente richiesto dal mondo imprenditoriale. Il testo entrato in Consiglio dei ministri lo rappresenta come un bonus a maglie larghe, accessibile sia dagli esercenti attività d’impresa che dai lavori autonomi, ma anche da titolari di reddito agrario, purché titolari di partita Iva. Restano fuori solo i soggetti “cessati” al 31 marzo 2020, gli enti pubblici e gli intermediari finanziari e le holding di partecipazione, oltre che i soggetti che nello scorso esercizio hanno registrato ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro. Condizione necessaria per fruire del beneficio, però, è che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 risulti inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Insomma, fatto 100 il fatturato ad aprile 2019, nello stesso periodo del 2020 bisognerà aver fatturato non più di 65. Nessuna condizione, invece, per i soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019 e per quelli che hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio dei comuni maggiormente colpiti dalla pandemia da Covid-19. Una volta determinata la differenza ad aprile fra fatturato 2019 e quello 2020, il bonus spettante è così determinato: a) 2o% della differenza calcolata, per i soggetti con ricavi o compensi indicati non superiori a 400mila euro nel periodo d’imposta precedente; b) 15% della differenza calcolata, per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400mila euro e fino a un milione di euro nel periodo d’imposta precedente; c) 10% della differenza calcolata, per i soggetti con ricavi o compensi superiori a un milione di euro e fino a cinque milioni di euro nel periodo d’imposta precedente. Insomma, un soggetto che ad aprile 2019 aveva fatturato 100 e che ad aprile 2020 ha fatturato 20, presenta una base imponibile del bonus pari a 80. Se si trovasse nella condizione sub a), gli spetterebbe un bonus di 16 mentre, rispettivamente per le condizioni sub b) e sub c), avrebbe diritto a un bonus di 12 e di 8. In ogni caso, il bonus spetterà per un importo non inferiore a mille euro per le persone fisiche e a duemila euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche e sarà esentasse, anche ai fini Irap. L’accesso al beneficio è subordinato alla presentazione di una istanza telematica (ci si potrà avvalere anche di un intermediario) da presentarsi entro 60 giorni dalla data di avvio della procedura telematica da parte del Fisco. Via libera all’autocertificazione per i requisiti antimafia, con obbligo di recupero del bonus in capo al beneficiario qualora non si passassero i successivi controlli.Il contributo a fondo perduto sarà corrisposto dall’agenzia delle Entrate mediante accredito diretto in conto corrente bancario o postale intestato al soggetto beneficiario. Attenzione, però, perché se successivamente all’erogazione del contributo, l’attività d’impresa o di lavoro autonomo si interrompe o le società e gli altri enti percettori cessano l’attività, il soggetto firmatario dell’istanza telematica è tenuto a conservare tutti gli elementi giustificativi del contributo spettante e a esibirli a richiesta agli organi istruttori dell’amministrazione finanziaria, rendendosi responsabile in prima persona per l’eventuale atto di recupero.