Il D-day dei negozi: dai prestiti ai bonus un puzzle di 10 aiuti
La riapertura dei negozi attesa per oggi farà i conti con più di una incognita nei prossimi mesi: non ci sono solo le sovrapposizioni tra governo e Regioni nella regia del fine-serrata. E nemmeno le indicazioni, anche qui a rischio caos, sulla sicurezza all’interno dei locali. Il nemico numero uno è il crollo dei consumi che rischia di mettere in ginocchio, con la chiusura definitiva delle attività, più di 270mila esercizi: le stime di Confcommercio parlano anche di 84 miliardi di euro che nel 2020 andranno in fumo. Per tentare di arginare la falla il dl Rilancio ha messo in campo sostegni ad hoc: un puzzle composto dalle tessere del credito e della liquidità, della sospensione fiscale, contributi alla sanificazione e all’ammodernamento dei locali. Vediamoli.

Le misure per il credito e la liquidità

Primi della lista sono gli strumenti dei prestiti agevolati e del fondo perduto. I primi al centro di accuse incrociate tra governo e banche per i ritardi nelle erogazioni, al punto che il Parlamento attraverso la Commissione di inchiesta sulle banche ha inviato nei giorni scorsi un questionario per monitorare (e sollecitare) l’effettiva – e corretta – erogazione dei finanziamenti, anche per via di norme fallimentari in vigore che non lasciavano tranquilli gli istituti di credito in caso di dichiariazioni mendaci da parte delle imprese ( e che ora sembrerebbero risolte da una sorta di “immunità bancaria” certificata dal governo nelle modalità operative della misura). Lo strumento, introdotto dal decreto Liquidità e rifinanziato nel Dl Rilancio consente agli esercizi commerciali di ottenere prestiti garantiti dallo Stato fino a 25mila euro con piano di ammortamento a due anni (pagamento per 24 mesi dei soli interessi) e restituzione a 6 anni. «È uno strumento importante – spiega Paolo Ferrè, responsabile del Credito per Confcommercio – ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di debiti. I commercianti, tra sospensioni dei versamenti e finanziamenti, a settembre si troveranno a dover versare un cumulo di imposte e rate sul pregresso oltre a dover far fronte all’esistente». E così l’ossigeno per gli esercizi commerciali potrebbe arrivare dal fondo perduto inserito nel di Rilancio con tre scaglioni di ristori: 20% delle perdite fino a 400mila euro di fatturato, 15% fino a 1 milione e 10% fino a 5 milioni.

Bonus per lavori e sanificazione

Gli sconti fiscali nel dl Rilancio sostengono le attività commerciali ( e non solo) che, per riaprire in tutta sicurezza, hanno dovuto accollarsi costi di ristrutturazione e di sanificazione. Negozi che hanno avuto bisogno di sfruttare al massimo gli spazi per garantire il distanziamento tra lo staff e la clientela e che per farlo si sono fatti carico di opere edili possono sfruttare il bonus previsto per le spese di adeguamento degli ambienti di lavoro, che prevede un credito d’imposta del 60% fino a un massimo di 80mila euro per ciascun beneficiario. Il vantaggio è cumulabile con altri incentivi: l’ecobonus “potenziato” sempre dal Dl Rilancio, per esempio, che garantisce uno sconto fiscale del 110% a chi sostituisce – tra gli altri- l’impianto di aria condizionata con uno più efficiente dal punto di vista energetico. Oppure con il bonus sanificazioni: anche in questo caso si tratta di un credito d’imposta al 60%, utilizzabile in compensazione, applicabile a tutte le spese di pulizia (inclusi disinfettanti e Dpi), con un tetto di 60mila euro per singolo beneficiario.

Il tax credit sugli affitti (pagati)

Uno dei temi chiave per i titolari dei negozi è quello degli affitti, a fronte dei ricavi a quota zero dovuti alla chiusura forzata. Il dl Rilancio ha varato un credito d’imposta per le locazioni commerciali più ampio rispetto alle misure presenti nei decreti precedenti: è fruibile dalle attività con ricavi non superiori a 5 milioni nel precedente periodo d’imposta che abbiano registrato un calo di fatturato almeno del 50% e si applica anche agli immobili non di categoria C/1, contrariamente al bonus locazioni previsto dal decreto cura Italia. Vale per i mesi di marzo, aprile e maggio, ma solo se il canone è stato versato.

Sospensione imposte e adempimenti

C’è poi tutto il capitolo delle sospensione dei termini di versamento delle imposte e degli sconti in bolletta.Si tratta dei versamenti Iva, Inail e Inps che incassano un ulteriore slittamento dal 30 giugno al 16 settembre e che saranno da quel momento versate in 4 rate senza interessi. Sospesa anche l’Irap per le imprese e gli esercizi commerciali con ricavi fino a 250milioni. In arrivo poi un bonus sulle bollette energetiche: con un fondo di 600 milioni è prevista una non precisata riduzione della spesa per maggio, giugno e luglio.