FONDO PERDUTO: Prime istruzioni
Prende forma la richiesta del contributo a fondo perduto prevista dall’articolo 25 del Dl 34/2020 (decreto Rilancio) e destinato a sostenere le imprese e i lavoratori autonomi penalizzati dalle misure restrittive introdotte per il Covid-19.
In attesa delle istruzioni definitive, è apparsa online una bozza del modello da inviare telematicamente entro 60 giorni dalla pubblicazione ufficiale dello stesso da parte dell’agenzia delle Entrate che potrebbe essere molto vicina alla versione definitiva attesa con un provvedimento attuativo.
Le regole base
Il contributo è destinato ai soggetti esercenti attività d’impresa, di lavoro autonomo e alle imprese agricole, titolari di partita Iva, con ricavi fino a 5 milioni di euro nel 2019 che siano in attività alla data di presentazione dell’istanza per l’ottenimento del contributo e che abbiano registrato un calo del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 pari almeno ad un terzo dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.
Nonostante le polemiche suscitate nei giorni scorsi, ad oggi restano esclusi dal contributo:
● i professionisti iscritti ad una cassa di previdenza;
● i lavoratori dipendenti;
● gli enti pubblici identificati dall’articolo 74 del Tuir.
Il modello di istanza
La bozza diffusa in rete in via non ufficiale si distingue per essere relativamente semplice e si compone di sole due pagine.
La prima parte è destinata all’indicazione dei dati del soggetto richiedente, individuato attraverso il proprio codice fiscale o di quello degli eredi, i dati del firmatario dell’istanza, con specifica indicazione dell’apposizione della firma in qualità di rappresentante legale o di rappresentante nel caso di un richiedente minore/interdetto.
Il modello prevede inoltre un quadro destinato alle ipotesi di rinuncia totale al contributo.
Venendo alla parte del modello relativa all’attestazione dei requisiti, va segnalato positivamente che il dato dei ricavi 2019 da indicare non è di tipo puntuale. Infatti, è stata prevista la possibilità di indicare l’appartenenza ad una delle tre soglie previste dal D 34/2020, ossia: fino a 400 mila euro, tra 400 mila e 1 milione di euro, oltre un milione di euro e fino a 5 milioni di euro.
I soggetti che hanno iniziato la propria attività nel 2019 e i soggetti con sede o domicilio fiscale in uno dei Comuni della prima zona rossa istituita a febbraio scorso, per i quali il contributo spetta a prescindere dal requisito del calo di fatturato, dovranno attestare la propria situazione barrando la relativa casella.
Si dovrà, infine, attestare che l’attività non sia cessata e di non essere tra i soggetti percettori del bonus di 600 euro previsto dal Dl 18/2020, confermando, quindi, di non essere tra coloro per i quali la norma ha escluso l’accesso al contributo.
Il dato di aprile
Va poi indicato l’importo complessivo del fatturato e dei corrispettivi riferiti alle operazioni effettuate nel mese di aprile 2019 e nel mese di aprile 2020. Il valore da inserire in questi campi dovrà ricomprendere le operazioni in base alla data di effettuazione delle medesime (circolare 9/E/2020, par. 2.2.5). Rimane tuttavia ancora da chiarire se in tale confronto dovranno essere computate o meno le cessioni di beni strumentali.
Tali informazioni permetteranno di determinare l’ammontare del contributo che è calcolato attraverso le seguenti percentuali applicate alla differenza tra il fatturato e i corrispettivi del mese di aprile 2020 e il corrispondente valore del mese di aprile 2019:
a) 20% in presenza di ricavi fino a 400.000 euro nel 2019;
b) 15% in caso di ricavi compresi tra 400.001 euro e 1 milione nel 2019;
c) 10% per chi ha registrato ricavi superiori a 1 milione e fino a 5 milioni di euro nel 2019.
A seconda dei casi il contributo spettante sarà quindi compreso tra 1.000 euro (soglia minima fissata per le persone fisiche) e 50mila euro e verrà erogato direttamente dall’agenzia delle Entrate mediante accreditamento sul c/c bancario o postale. A tal fine la bozza del modello prevede l’indicazione del codice Iban identificativo del c/c intestato al soggetto richiedente.
Diversamente da quanto accaduto per altri incentivi, sembrerebbe esclusa la previsione di un click day. Di conseguenza, non dovrebbero riproporsi i problemi connessi all’esclusione dall’incentivo per qualche frazione di secondo, come capitato per il bando Impresa Sicura di Invitalia destinato al rimborso delle spese sostenute per i Dpi, e i fondi dovrebbero essere assegnati a prescindere dal momento di presentazione della richiesta finalizzata alla rinuncia al contributo.
Il modello si conclude con il quadro A, dedicato alla dichiarazione sostitutiva per l’Antimafia che dovrà essere compilata nelle ipotesi in cui il contributo sia di importo superiore a 150.000 euro. Anche alla luce dell’assunzione di responsabilità attraverso la firma del modello, la conferma delle informazioni fornite assume particolare importanza viste anche le conseguenze penali derivanti dal rilascio di dichiarazioni mendaci.