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Canone d’affitto, causa coronavirus può essere ridotto

| Fisco e Tributi|

Sarà obbligatorio l’accordo tra le parti e la compilazione di uno specifico modello.

Ecco cosa bisogna fare per alleggerire il canone d’affitto.

Può essere ridotto il canone d’affitto in questo periodo di emergenza?

La priorità assoluta, in questa fase dell’emergenza epidemiologica del Coronavirus, costantemente ribadita dal governo, è quella di garantire liquidità alle famiglie e alle imprese.

Liquidità che si ottiene, oltre che attraverso il riconoscimento di sussidi e indennità economiche di vario genere, anche con la sospensione dei termini dei versamenti delle imposte e, in generale, attraverso la riduzione dei costi da sostenere.

Seppur non obbligatorio, anche in questo periodo è ammessa la riduzione del canone d’affitto (sia per le famiglie, che per le imprese), purché, sostanzialmente, vi sia l’accordo tra le due parti contraenti (conduttori e proprietari).

Ecco la procedura che bisogna seguire.

Riduzione del canone d’affitto, accordi e modello

Cominciamo col dire che, ai sensi dell’art. 10 del dl 133/2014, è possibile ottenere una riduzione del canone di locazione a prescindere se si tratti di una locazione di immobili a uso abitativo o commerciale, con cedolare secca o meno.

Non bisognerà pagare imposta di bollo o di registro, ma bisognerà semplicemente compilare l’accordo fra le parti e uno specifico modello, il Cosiddetto Modello 69.

Nell’accordo devono essere necessariamente indicati:

  • I dati di locatore e inquilino;
  • Il canone annuale inizialmente stabilito;
  • Il canone ridotto pattuito;
  • Il numero di mesi per i quali l’inquilino pagherà l’importo più basso.

Il tutto dovrà essere inviato allo stesso ufficio presso il quale è stata fatta la registrazione.

In questo modo il proprietario non sarà costretto a pagare le imposte sulle somme non effettivamente riscosse.