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Scatta la chiusura totale, esclusi solo i settori strategici

| Fisco e Tributi|

Chiudere tutto, la serrata in tutte le fabbriche con la chiusura di filiere e servizi pubblici non essenziali. Ossia tutto tranne agroalimentare,logistica e trasporti, energia e settore farmaceutico-sanitario. «Rallentiamo il motore produttivo del paese ma non lo fermiano, decisione non facile ma che necessaria», ha annunciato il premier Giuseppe Conte in tarda serata. Alla fine di una giornata drammatica, con il bollettino dei morti per Coronavirus salito a più 793 in un giorno, il Governo ha dunque deciso la misura estrema per tutto il Paese e non solo per le regioni del Nord come sembrava inizialmente. Da giorni lo ripetono dal “fronte” i governatori e i sindaci del Nord, da giorni lo ripete il leader della Lega Matteo Salvini, e ieri lo hanno chiesto prima con una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e poi in un incontro in teleconferenza con Palazzo Chigi anche i sindacati confederali: «Le chiediamo di valutare la possibile necessità di misure ancor più rigorose di sospensione delle attività non essenziali in questa fase per il nostro Paese» (all’incontro hanno partecipato per Confindustria il presidente Vincenzo Boccia e la direttrice generale Marcella Panucci e per Confapi il presidente Maurizio Casasco).

La stretta è dunque decisa: il decreto della presidenza del Consiglio deve essere pronto entro il week end, prima che riaprano le fabbriche. Intanto le regioni del Nord hanno fatto da sé: ieri, con due analoghe ordinanze, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e quello del Piemonte Alberto Cirio hanno inasprito la stretta sugli spostamenti e hanno bloccato i servizi pubblici non essenziali, gli studi professionali e i cantieri. Prevedendo anche multe consistenti (5mila euro) in caso di assembramenti in strada tra più di 2 persone.

L’associazione degli industriali si è rimessa alle decisioni del governo, in base alle indicazioni della comunità scientifica, per quanto riguarda l’intensità delle misure e la loro applicazione territoriale. L’importante – è la posizione di Confindustria – è assicurare alle imprese tutta la liquidità di cui hanno bisogno per superare la fase transitoria, in caso di chiusura volontaria o meno, attraverso un fondo di garanzia che riguardi piccole, medie e grandi imprese: superata la crisi e per favorire la ripresa i debiti così contratti – è la richiesta – potranno essere restituiti in 30 anni. Per gli industriali va inoltre previsto un meccanismo flessibile di valutazione che includa tra le imprese strategiche anche quelle funzionali alle imprese essenziali.

Al pressing degli enti locali e dei sindacati («vanno chiuse tutte le attività non essenziali, evitiamo che la paura diventi rabbia», ha ribadito dopo il vertice con Palazzo Chigi il leader della Cgil Maurizio Landini) si è aggiunta nel corso della giornata di ieri quello del M5S. L’ordinanza con cui il governo venerdì ha messo in campo la nuova stretta per evitare l’esodo del week end verso le seconde case ai vertici del movimento è sembrata da subito troppo poco incisiva. «In alcune zone del Nord è ormai da giorni che l’emergenza ha toccato picchi insostenibili, il tempo di reazione non può essere così lungo», ragionavano in serata fonti del movimento chiedendo al governo quelle misure drastiche poi decise nella notte. Pressing anche dal centrodestra. Con tanto di video-appello di Salvini al presidente della Repubblica Sergio Mattarella («ci rivolgiamo a lei perché altri non rispondono») per interventi immediati tra i quali la fornitura di mascherine a tutti gli operatori sanitari e la riapertura del Parlamento. Richiesta, quest’ultima, che vede il leader di Iv Matteo Renzi sulla stessa linea («non si procede con decreti a Camere ferme») ma alla quale il presidente della Camera Roberto Fico risponde con nettezza: «Chi dice che le Camere sono chiuse o è confuso o è distratto».

Intanto, nel corso di una giornata non facile, per Conte giunge anche la notizia della positività di un suo agente di scorta. Ma a Palazzo Chigi assicurano: «Non c’è stato nessun contatto con il presidente del Consiglio, che nei giorni scorsi ha fatto il tampone ed è risultato negativo».