Il decreto ristori prevede un nuovo contributo a fondo perduto per oltre 450mila imprese. A differenza di quello varato a maggio con il decreto rilancio, accessibile a tutti i soggetti con partita Iva ad esclusione dei professionisti, il nuovo contributo sarà concesso soltanto alle attività interessate dalle nuove misure restrittive contemplate dal Dpcm del 24

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Ieri pomeriggio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Ristori: si tratta di una misura che era stata annunciata in occasione dell’emanazione del D.P.C.M. 24.10.2020, il quale ha introdotto nuove misure restrittive per alcuni operatori economici. Le bozze diffuse nella giornata di ieri riportano un testo di 32 articoli, i primi 11 dei quali dedicati al sostegno alle imprese e all’economia. Si richiamano, di seguito, in sintesi, alcune

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Pronta l’istanza per richiedere l’erogazione del contributo a fondo perduto, che dovrà essere trasmessa in via telematica a partire dal pomeriggio di lunedì 15 giugno. Nella tarda serata del 10 giugno, l’agenzia delle Entrate ha reso disponibile, sul proprio sito internet, il provvedimento che regola la modulistica, i termini e le modalità di predisposizione delle domande per il

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Prende forma la richiesta del contributo a fondo perduto prevista dall’articolo 25 del Dl 34/2020 (decreto Rilancio) e destinato a sostenere le imprese e i lavoratori autonomi penalizzati dalle misure restrittive introdotte per il Covid-19. In attesa delle istruzioni definitive, è apparsa online una bozza del modello da inviare telematicamente entro 60 giorni dalla pubblicazione ufficiale dello

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  Commercianti, artigiani e coltivatori diretti (ma anche le partite Iva della gestione separata già pensionati), invece, possono fare domanda alle Entrate per accedere a un contributo a fondo perduto che a maggio sostituisce l’indennità Inps di marzo e aprile, con requisiti nuovi. Occorre avere una partita Iva, l’attività non deve essere cessata al momento

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Prende forma il tanto atteso contributo a fondo perduto, previsto dal decreto Rilancio, e fortemente richiesto dal mondo imprenditoriale. Il testo entrato in Consiglio dei ministri lo rappresenta come un bonus a maglie larghe, accessibile sia dagli esercenti attività d’impresa che dai lavori autonomi, ma anche da titolari di reddito agrario, purché titolari di partita

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